di Davide Gallucci
A 72 anni dallo sbarco in Normandia l’operazione Overlord rimane una delle più audaci azioni di guerra della storia. Le spiagge, i villaggi ed il capoluogo normanno Caen continuano a narrare la storia di un momento cruciale per le sorti della Seconda Guerra Mondiale.
La passeggiata della domenica sul lungomare di Ouistreham rappresenta una facile opportunità di svago per gli abitanti di Caen. Partendo infatti dal Boulevard Clémenceau, importante arteria urbana del capoluogo del Calvados, si arriva in circa 15 minuti nel piccolo paesino situato alla foce dell’Orne: se il tempo è favorevole si gode appieno della bellezza della grande spiaggia dorata fino all’elegante quartiere di Riva Bella. Lo stile degli chalet e delle ville dimostrano come il posto fosse, già ad inizio Novecento, una rinomata località turistica, e tale fama è rimasta immutata col trascorrere dei decenni con una sola importante differenza: il nome Riva Bella è stato quasi totalmente soppiantato da Sword Beach.
Mi trovai quasi per caso a trascorrere diverse settimane a Caen, prima come turista e successivamente in attesa di diverse risposte in ambito lavorativo tra la Bretagna e la Normandia. Da piccolo provai quella strana sensazione a metà tra la curiosità e l’angoscia nell’ascoltare i racconti della guerra da chi l’aveva vissuta, e ben presto iniziai a sviluppare un interesse tale che tramutò la curiosità in necessità di comprendere e di immedesimarsi – per quanto possibile – in chi visse nel quotidiano il più catastrofico conflitto armato della storia dell’umanità. Quando si parla di generazioni si ipotizzano i calcoli più disparati in termini di decenni, di tecnologia e finanche di mode. Chi vi scrive è convinto che il vero solco generazionale dei nostri tempi intercorre tra la generazione che ha vissuto la guerra – combattendola negli eserciti regolari, nelle formazioni partigiane o sul fronte civile – e quella successiva che si trovò a nascere in un clima politico, culturale e sociale anni luce distante da quello precedente ed in un sistema internazionale completamente sconvolto rispetto al primo dopoguerra. Ed è un criterio estremamente valido anche oggi.
Con la progressiva scomparsa della generazione del conflitto, il testimone passa inevitabilmente ai luoghi ed alla consapevolezza storica del singolo individuo. Oggi, Overlord e le spiagge della Normandia continuano a raccontare le storie del soldato americano che sbarcò ad Omaha, del fante tedesco rintanato nel bunker sotto un terribile bombardamento aeronavale, del paracadutista inglese che si lanciò di notte per conquistare un ponte, di chi, alla guida di un Panzer, si dirigeva a tutta velocità verso le spiagge per provare a respingere una forza d’invasione di centinaia di migliaia di uomini, di un contadino che si svegliò improvvisamente sul fronte del conflitto. Ma il racconto di Overlord da parte della Normandia non è rumoroso, non è ingombrante: al contrario, esso parla solo a chi è veramente interessato alla sua storia, a chi, visitando Ousitreham, Colleville – sur – mer, Benouville e la stessa Caen riesce a collegarli immediatamente a Sword Beach, Omaha Beach, Pegasus Bridge e la strenua lotta per il controllo del capoluogo regionale.
Caen, appunto. La città di Guglielmo il Conquistatore era uno degli obiettivi principali dello sbarco e rappresenta un chiaro esempio di quanto detto finora. L’uniformità negli edifici della città rappresenta la patina di modernità con il compito di coprire le ferita e gli orrori dell’estate del 1944. I bombardamenti alleati ed i combattimenti distrussero oltre il 60% degli edifici, con picchi del 90% nei quartieri settentrionali. Il vuoto è spezzato dagli edifici storici, risparmiati almeno in parte dalla furia del conflitto: le chiese di St. Pierre et St. Jacques, le due Abbaye (aux Hommes e aux Dames), il castello di Guillaume le Conquerant, la Maison des Quatrans, nel concederci un raro sguardo sulla Caen che fu, sottolineano maggiormente le ferite profonde di una città che, per oltre un mese, si ritrovò al centro dei piani offensivi e difensivi delle forze in campo.
I normanni, e non solo loro, non hanno dimenticato il giugno ed il luglio del 1944.
Il Mémorial di Caen venne inaugurato il 6 giugno 1988, a 44 anni esatti dallo sbarco. Impostato tendenzialmente come un museo, contenente un vasto assortimento di reperti bellici, esso di distingue nettamente dagli altri musei della Normandia riguardanti Overlord per la sua vocazione di centro della memoria e condanna dello strumento bellico e dell’estremismo. Il Mémorial non è di Caen, non è della Normandia e tanto meno della Francia. Esso è patrimonio dell’umanità, è l’esplicitazione di tutto ciò che la Normandia prova a raccontarci silenziosamente.
Come la strada per Ouistreham, della quale parlavo all’inizio di quest’articolo. Una strada dritta, rapida, che consente di raggiungere la costa in circa un quarto d’ora, per trascorrere qualche ora in riva al mare o per prendere un traghetto in direzione di Portsmouth. Ma questa stessa strada la Seconda Armata Britannica la percorse – a ritroso – in oltre un mese, nonostante Caen nei piani alleati dovesse cadere nel giorno successivo allo sbarco. Quella strada ci racconta di combattimenti feroci tra Panzer e carri inglesi, di bombardamenti di artiglieria, di scontri tra le fitte siepi normanne. E di Pegasus Bridge, della sesta divisione di fanteria aviotrasportata inglese, la cui invasione iniziò con molte ore di anticipo.
Il racconto dello sbarco in Normandia proseguirà in nuovi episodi della rubrica “Sulle tracce di #Overlord.”
Le macerie di Caen dopo i bombardamenti alleati.
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