La bellezza e la dignità di una donna, ritratta dietro a un filo spinato, dietro il muro invalicabile con il quale l’Europa della cultura e dell’accoglienza respinge chi scappa da una guerra, chi fugge da povertà e soprusi. Scrive Lanfranco Caminiti, (giornalista e scrittore del quale abbiamo ospitato su Emergenze: I fratelli El Bakraoui e l’armata delle tenebre) commentando la foto di Ap:
“Siamo a Idomeni. Dietro il filo spinato, c’è una donna. Di qua, invece uomini in divisa, caschi, protezioni. Lei è di una bellezza sfolgorante. Ha una busta di plastica nera addosso, un cappellaccio e una sciarpa di lana intrisa di pioggia, e dei panni stesi a asciugare sono la sua coreografia. Non ha rinunciato però a curare le sopracciglia, passare la matita intorno gli occhi e mettere un’ombra di rossetto. Per onorare la sua dignità. Si può essere profughi, si può fuggire da una guerra, si può essere respinti alle frontiere, si può non sapere drammaticamente cosa accadrà domani, ma un po’ di rossetto non lo si deve negare a se stesse. Quella bellezza la si può respingere, la si può ignorare, la si può calpestare, ma vincerà. La bellezza ha sempre conquistato il mondo. Lei lo sa, d’istinto. Per questo, a Idomeni ci si può mettere il rossetto, sfidando dritti negli occhi le guardie”.
La bellezza dello sguardo, il contrasto con quello che ci mostra il contesto violento. “Se il mondo è buio, pensano quelli con i caschi di guerra, quelli con le cinture che esplodono, quelli che predicano morte da ogni dove, se il mondo è buio, si perderà la bellezza, nessuno vi penserà, governerà la paura. La bellezza è il contrario esatto della paura. Poi, basta uno sguardo, la forza di una dignità, di un gesto impensabile. Cos’altro è, la luce?”, commenta ancora Caminiti. E ci lascia con questo interrogativo.