L’operazione Edicola 518 non è partita il 1 giugno, data in cui questo spazio miracoloso ha cominciato l’attività. L’operazione è partita il giorno in cui abbiamo deciso, attraversando le facili derisioni e gli enormi entusiasmi, di affidare i nostri destini alla reinvenzione di un luogo che occupa un posto privilegiato nei cuori e nell’immaginario di ogni cittadino.
L’edicola come luogo d’informazione, dialogo e riflessione. L’edicola come finestra sul mondo. L’edicola come elemento di sorpresa nelle giornate troppo monotone e conforto in quelle troppo intricate.
Non abbiamo pensato neanche un secondo di far fare un progetto a un architetto e poi farlo realizzare da terzi. Abbiamo creato l’edicola alla maniera di ogni nostra operazione artistica: sporcandoci le mani, decidendo passo passo, affidando le cose che non eravamo in grado di realizzare personalmente ai fieri custodi della tradizione artigiana della regione: il muratore Giancarlo, i fabbri Alfredo e Marcello, il vetraio Andrea, l’elettricista Fabrizio, il tuttofare e nostro compagno di strada Nati, insieme a tanti improvvisati quanto efficaci volontari.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti, ma soprattutto il risultato è che oggi, mentre lavoriamo, sappiamo che ogni milligrammo di vernice è stato pennellato da noi, che ogni granello di polvere che si ricrea, lo fa su una superficie che abbiamo riportato allo splendore con il sudore e la fiducia in qualcosa che non sappiamo definire eppure ci supera.
Irene Maiellaro ha seguito le fasi salienti di questo percorso catartico, di questo work in progress mai effettivamente terminato. Il suo reportage parla da sé. Noi non possiamo che ringraziarla e lasciarvi alle immagini da lei catturate.
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