di Francesco Merlino
Era notte a Venezia.
Ma la notte è solo un’ombra gigante e, come tutto ciò che accade nell’ombra, anche ciò che accade di notte, spesso e volentieri, ha qualcosa che era volontà di chi la compie tener nascosto.
In quella notte, databile con certezza tra il 1816 ed il 1819, se un osservatore casuale ed inatteso avesse scrutato la sponda nord del Canal Grande, immerso nel silenzio, avrebbe di certo notato una figura angelica, avvolta da un’aurea fluttuante di tessuto, precipitare da una finestra di Palazzo Mocenigo, fino a squarciare il sottile vetro superficiale del canale e sprofondare giù, dove l’acqua non è più trasparente e fa perdere qualsiasi speranza che lo sguardo ha di seguire una figura.
Quell’angelo caduto rovinosamente dal cielo si chiamava Margherita Cogni, per gli amici la Fornaretta, e si era deliberatamente buttata dalla finestra in preda ai dolori causati dall’amore.
Ma l’amante che tante pene inferse alla Cogni non era uno qualsiasi.
Era un nobile inglese, un po’ claudicante: il suo curioso modo di camminare era causato da una malformazione congenita al piede destro (probabilmente un piede equino), che non sottraeva fascino alla sua figura, al contrario le dava motivo di farsi ancor più baldanzosa per sopperire a quella piccola irregolarità. E la sua baldanza rendeva irresistibile quel poeta maledetto che la storia ha conservato con il nome di Lord Byron.
I tre anni di Byron a Venezia ebbero poco a che fare con la poesia e molto con l’amore.
Perché, come una Boccadirosa ante litteram dal sangue blu, Byron amava per passione. Così, chiunque pensi a Lord Byron come al poeta romantico che si perde per le meraviglie della città che affonda, scrive versi ed inventa i nomi dei ponti (fu lui che diede il nome al celebre Ponte dei Sospiri), sarà costretto a ricredersi.
Perché la verità è che, per la maggior parte del tempo in cui soggiornò a Venezia, Lord Byron rimase a casa, dedito all’amore.
La leggenda vuole che Palazzo Mocenigo, dove alloggiava il poeta, avesse due entrate: una per le donne provenienti da Castello, l’altra per quelle provenienti da Cannareggio.
Se ne vedevano passare di tutti i generi e le estrazioni sociali.
C’era la cantante Arpalice Tarruscelli, la nobildonna Da Mosta (l’unica gonorrea per la quale non avesse dovuto pagare) , Eleonora Da Bezzi, presunta amante del re di Napoli Gioacchino. Ma anche la Glottenheimer e sua sorella, la Portiera, la Teresina con sua madre.
“Alcune di loro sono contese e altre mogli di ciabattini, alcune nobili, alcune borghesi, alcune di basso ceto, alcune splendide, alcune discrete, altre di poco conto, e tutte puttane”, parole di Lord Byron.
Stando alle sue memorie le amanti, in tre anni, sarebbero state più di duecento e per loro avrebbe speso più di cinquemila sterline, arrivando persino a vendere il suo titolo nobiliare, che tanto contribuisce a dare charme alla sua figura leggendaria.
Ma, proprio come Boccadirosa, anche Lord Byron, troppo preso dalla sua vocazione, non badava alle conseguenze dell’amore.
Così accadde per errore che la Fornaretta, che era una delle tante, fraintese la passione col sentimento ed incappò nell’errore fatale di sentirsi unica.
Ma chi ama come Lord Byron sa bene che l’amore, quando è tanto, va distribuito in tante parti uguali, che amare è come scrivere poesie e bisogna concedere a tutti i versi, parimenti all’amore, senza distinzione di genere, status, sesso.
Ma questo la povera Margherita Cogni non lo poteva sapere, questa è roba per poeti e non per chi fa il pane ogni mattina e non sa né leggere né scrivere.
Così, forse in preda alla disperazione per aver colto di sorpresa l’amato nell’esercizio della sua passione, forse per una folle illusione di poter volare, Margherita Cogni si gettò nel vuoto, fino ad abbracciare l’acqua, che ricambiò col suo abbraccio, unica amante con la quale, proprio prima della fine, si volle vendicare.
Nessuno la vide mai più e nessuno rivide più Lord Byron a Venezia, che se ne andò, diretto alla stazione successiva della sua romantica peregrinazione, come Boccadirosa, in cerca di nuovo amore.