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Torino nel ’78 non era soltanto quello che tutti già sanno, almeno per sentito dire. Gli anni di piombo, le grandi fabbriche, i quartieri operai dove si parlano lingue del sud. E poi il terrore rosso e lo stragismo nero, la lotta di classe, i sindacati.
Torino nel ’78 era anche l’alcova degli artisti che Germano Celant, nel ’67, raccolse sotto il movimento che definì Arte Povera, mutuando la definizione dal teatro di Grotowsky.
È in questo contesto che, in via Principe Amedeo numero 29, apre OOLP, libreria d’arte.

OOLP è un acronimo, sta per Out Of London Press, e nei primi anni ’70 era il nome di un’altra libreria, che diffondeva editoria britannica per le grigie strade di una New York dominata dalle gang. Ciò che lega le due librerie e ne giustifica l’omonimia, quindi, non è solamente l’originalità della proposta, ma anche e soprattutto l’apparente infertilità del terreno sociale su cui riescono comunque a crescere e affermarsi.
Da subito OOLP diventa un punto di ritrovo per le personalità di spicco dell’Arte Povera torinese. Boetti, Merz, Paolini, sono tutti assidui frequentatori, oltre ai giovani artisti della vicina Accademia di Belle Arti. Via Principe Amedeo 29 diventa in poco tempo uno dei luoghi di maggior fermento della Torino artistica.

Anni dopo, molto è cambiato. Le grandi fabbriche hanno chiuso, i quartieri operai sono diventati residenziali e l’immigrazione viene da più lontano; eppure Torino rimane, agli occhi di chi arriva dalla provincia, un magico contenitore di realtà culturali altrove già estinte da tempo. OOLP è ancora tra queste, dopo essersi saputa adattare al tempo, senza che il tempo ne cambiasse lo spirito.

Si è spostata poco più in là, 270 metri soltanto, in via Maria Vittoria numero 36. La gestiscono due ragazze, cugine, Elena e Giovanna. La prima laureata in architettura, la seconda in economia, entrambe insoddisfatte delle loro prime esperienze lavorative, decidono di dedicare la vita ai libri. Nel 2008 rilevano la libreria e con essa l’onere di continuare a far cultura. Il compito risulta subito tra i più difficili, dovendo affrontare il trasloco e la digitalizzazione di un catalogo sterminato. Il risultato dei loro sforzi, però, vale la pena. Due alte stanze di scaffali chiari e libri colorati garantiscono un bel colpo d’occhio. La selezione è innovativa e conferma il ruolo di OOLP come punto di riferimento per appassionati e studiosi. I settori di punta sono ancora oggi Arte, Architettura, Design, Giardino e Paesaggio. Non esiste più la sezione di Filosofia, presente agli albori, sostituita però da Fotografia e Moda, settori su cui la libreria punta molto, grazie alla vicinanza di Camera (Centro Italiano per la Fotografia) e al sodalizio con lo IED (Istituto Europeo di Design). In più, da poco, l’apertura all’editoria per bambini.

Abbiamo avuto la fortuna di conoscerle in occasione della prima edizione di FLAT, la Fiera del Libro d’Arte tenutasi quest’anno a Torino, e abbiamo subito avuto l’impressione che ci sappiano fare davvero. Si muovono con passione contro i nuovi nemici delle librerie, quelli che portano i soliti nomi noti di Amazon & Co, utilizzando l’arma più vincente per combatterli: la scelta. Come artigiani, scelgono con cura i prodotti, lavorando con case editrici indipendenti, italiane e straniere, e proponendo veri gioielli che acquistano ancor più valore se esposti nella cornice che hanno saputo creare.

La loro missione, oggi, è quella di far vivere la libreria.
Chi vende libri senza appoggiarsi alla grande distribuzione organizzata sa che la vera vittoria è quella di creare un luogo magico, che la gente abbia il desiderio di frequentare, dove abbia voglia di incontrarsi e confrontarsi con chi può trasmettere l’amore per la carta.
Il trend del mercato sembrerebbe portare a un futuro senza librerie, forse addirittura senza più negozi per le strade, in cui tutto potrebbe avvenire via web.
Accedi al sito, metti nel carrello, aspetti ventiquattr’ore. Ci si abitua facilmente alla comodità.
Le piccole librerie indipendenti sanno che, su questo campo di battaglia, non possono avere alcuna speranza contro i mostri della distribuzione. Per questo quello che devono fare è creare un di più, qualcosa per cui valga ancora la pena mettersi la giacca e uscire di casa. OOLP ci dà questa garanzia: quella di essere un luogo da vedere e ascoltare, il riflesso della passione di due ragazze che hanno cambiato la loro vita per entrare nella schiera di chi, in piccolo, prova a cambiare le nostre abitudini.

Per maggiori info, visitate il sito http://www.libreriaoolp.it/content/4-la-libreria

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