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“L’EROS È IN AGONIA?”

Intervista a Danika Mori, pornostar di fama mondiale 

 

La società occidentale capitalistica è chiamata sul banco degli imputati per aver svenduto qualsiasi dimensione ideologico- spirituale, intesa come spazio per accogliere il dispiegamento dell’Altro, in favore di una forza livellatrice potente: il consumismo massificante.

Nel saggio “Eros in agonia” il filosofo sud coreano Byung- Chul Han, docente di filosofia a Berlino, analizza come l’eros non sia scampato a questa forza detonante.

Se le passioni e le pulsioni infatti sono in grado di turbare e minacciare ogni ordine e modello preposto, diventa necessario “addomesticarle”, piegarle ad un controllo che ne inibisca e manipoli la forza liberatoria.

Assediato da questo controllo, l’individuo contemporaneo non è dunque più capace di amare e si abbandona ad una sessualità sempre uguale, immune all’eros.

Ne parliamo con Federica D’Amore, in arte Danika Mori, giovane attrice pornografica, che la sua carriera l’ha iniziata proprio con “l’altro”, ovvero il suo compagno Stefano Mori, rendendo quell’intimità un luogo di piacere accessibile a tutti, attraverso il web.

 

 

Federica, stiamo davvero diventando immuni all’eros?

Al contrario, la mia visione sotto questo punto di vista è diametralmente opposta.
Per ciò che ne deriva dalla mia esperienza personale la sessualità è una sfera all’interno dell’io che ha trovato libertà d’espressione e accettazione grazie in parte anche a quel consumismo che alle volte si, può risultare massificante e piegarsi alle logiche della vendita, ma che allo stesso tempo ha permesso di sdoganare, scoprire il piacere e liberarci dalla castrazione cristiana della quale siamo figli. L’erotismo, a mio avviso, nasce spontaneamente dalla chimica e trova terreno fertile in una maggiore consapevolezza del corpo e di se stessi. L’eros è immaginazione, sensazione ed il fatto di poter consumare sesso anche virtualmente non toglie ciò che di unico c’è quando due persone s’incontrano.

L’Altro “atopico” (ossia senza luogo), che io desidero e che mi affascina, si sottrae al linguaggio,
“lo fa tremare” difendendo così la propria alterità dal consumo che invece vorrebbe normalizzarlo.

Ecco Federica, non credi che questo tentativo di “liberare la sessualità” da certi dogmi, preconcetti mortificanti ed etichette stringenti, sia però inavvertitamente incappato nello stesso errore di crearne di nuovi?

Mi interfaccio giornalmente con tematiche legate non solo alla sessualità ma anche relative all’identità ed espressione di genere , dibattiti che sollevo spesso con la mia comunità di seguaci. Continuo a leggere in proposito e, nonostante io sia estremamente favorevole alla libertà d’espressione in tutte le sue sfumature (laddove non leda l’altro) ho l’impressione che certi eccessi possano portare a creare semplicemente nuove categorie più eterogenee, senza però abbattere alcuno stigma e senza realmente educare al rispetto dell’altro e alla libertà d’espressione.

Seguendo il nostro saggio di riferimento, scopriamo come l’imperativo – proprio del capitalismo – “sii libero” non faccia altro che far sprofondare la nostra libido, assoggettata da una continua ansia da prestazione che finisce per imprigionarci. Terrorizzati dall’ansia di fallire, sempre più concentrati su noi stessi ed incapaci di rivolgerci all’altro, spalanchiamo così le porte della depressione, la terribile patologia narcisistica dei nostri tempi.
Il capitalismo altro non fa che alimentare questa patologia narcisistica, inducendo e producendo continuamente nuovi consumi, fantasie anticipate che annullano ogni forma di idealizzazione, razionalizzando il desiderio, poiché esso stesso diviene prodotto di consumo di cui il porno è il massimo esempio.

Non pensi che in fondo la pornografia, nel suo distinguere in categorie, nel suo etichettare faccia proprio questo, aprendo un grosso paradosso d’intenti?

Non vedo il Porno come la causa, esso è un prodotto d’intrattenimento che un soggetto può decidere di consumare o meno. In antropologia si dice che l’essere umano è un animale sociale, ed è per questo che avrà sempre bisogno dell’altro anche fisicamente e non può, considerate le tecnologie del momento, affidarsi soltanto al mondo virtuale. L’approccio all’altro può essere frustrante e noi potremmo anche trovare rifugio e conforto in un prodotto pronto per noi che attende solo di essere scartato e trangugiato… ma sappiamo già che ha dei conservanti e che, se anche ci creassero un’etichetta personalizzata, proviene da una fabbrica, non sarà mai come le lasagne fatte a mano dalla nonna la domenica mattina!
Il ruolo che la pornografia ha all’interno della nostra vita dipende da come noi affrontiamo la vita, la socializzazione e l’interazione con l’altro. Ciò che realmente manca è affrontare l’argomento della sessualità in modo serio, educando alla diversità e alla comunicazione col partner.

Allora chiediamo a te Federica, se questa sovra-esposizione sessuale, che ci appaga immediatamente, in una visione consumistica e anticipa la nostra fantasia, rendendoci sempre più incapaci di idealizzare, non rischia di annullare ogni forma di tensione verso l’altro?

Rinnego nuovamente questa posizione! La pornografia può, al contrario, regalare degli spunti e far nascere la voglia di emulare. Oltretutto sappiamo bene che la realtà spesso è molto diversa da quello che vediamo in un film (per quanto reale possa sembrarci) e per quanto possiamo effettivamente sentirci coinvolti durante la visione, non lo stiamo vivendo. Per fortuna nella vita ci sono sapori, odori, sensazioni la cosa più eccitante a mio avviso è tutto ciò che accade prima dell’atto in sé: gli sguardi, lo sfiorarsi, il desidare e il sentirsi desiderati. Tutto questo manca in un filmato e non è replicabile.

Spogliati di ogni mistero, privati della libertà di abbattere i tabù nella trasgressione, quale piacere pensi ci resti?

Il piacere fisico è una cosa oggettiva e il sesso, anche se venisse normalizzato al punto da poterlo manifestare anche in pubblico, sarà sempre una pulsione che vivremmo in modo molto personale, ognuno con la propria intensità. La trasgressione crea il morbo, aggiunge dettagli esaltanti, ma io non vivo più il sesso come una trasgressione, per me è un atto spontaneo che mi gratifica e che mi mette al riparo da ogni forma di morbosità. Dunque il piacere che ci resta è esattamente tutto ciò che c’è da dire sul sesso, spogliandolo dei suoi tabù.

In una visione patriarcale, che purtroppo non possiamo ancora definire desueta, si è abituati a scindere la sessualità di coppia da una sessualità più trasgressiva ed in un certo senso liberatoria: tu e tuo marito invece, come avete accolto nella coppia questa libertà? C’è qualcosa che vorresti suggerire alle coppie che vi guardano?

L’Eros è una forza che ci regala umanità, molto probabilmente la più importante dopo l’istinto di sopravvivenza; a proposito della mia storia d’amore con Stefano, noi spesso ci diciamo che siamo amici, amanti e in qualche modo anche fratelli. Partendo proprio da questo presupposto siamo stati fedeli e monogami per oltre nove anni. Abbiamo vissuto insieme e condiviso ogni cosa per oltre cinque anni prima di affacciarci alle nostre prime esperienze “extra-coniugali”. Tutto nasce dalla curiosità e dai processi estremamente legati alla chimica che l’attenzione di altri possibili partner innescano nell’individuo.
Abbiamo sempre considerato la nostra natura umana come un’imprescindibile parte di noi stessi che esula da certe logiche culturali. Se ci sforziamo tanto di affermare che l’amore è qualcosa che va oltre la fisicità come possiamo sentirci feriti dall’attrazione per qualcun’altro?!

Il saggio termina con una conclusione evocativa, che per qualcuno suonerà forse come naif, ma che noi riteniamo importante riportare, non tanto come augurio ma soprattutto come spunto per riaprire il dialogo sulla sessualità in una chiave dialettica e meno chiusa all’interno di posizioni monolitiche:

“Il pensiero nel senso enfatico sorge soltanto con l’Eros. Si dev’essere stati amici, amanti per poter pensare. Senza Eros il pensiero perde ogni vivezza, ogni inquietudine, e diventa ripetitivo e reattivo. L’Eros innerva il pensiero col desiderio dell’Altro atopico.”

Ecco il link per l’acquisto del libro.

 

 

 

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