di Alice Kiddo e Michele Cesaretti
In “Parallel I-IV” si vive la stessa atmosfera della mia cameretta, violata per la prima volta da visitatori. Harun Farocki espone i suoi lavori alla Whitechapel Gallery di Londra e ci racconta il mondo parallelo in cui vivono gli appassionati dei videogiochi.
Buio illuminato solo dagli schermi. In “Parallel I-IV” si vive la stessa atmosfera della mia cameretta, violata per la prima volta da visitatori. Harun Farocki espone i suoi lavori alla Whitechapel Gallery di Londra e ci racconta il mondo parallelo in cui vivono gli appassionati dei videogiochi. L’aria consumata e livida del mio spazio vitale è resa accessibile agli estranei. Un pubblico a cui vengono rivelate le tracce delle mie avventure.
Parallel I
Nel primo spazio espositivo ci sono due schermi simultanei: nel primo il vento soffia sull’erba, nell’altro il motore grafico ricrea gli elementi naturali utilizzando gli algoritmi. Lo stesso meccanismo tenta anche di rubare l’armonia naturale delle onde: il mare è disegnato come un lenzuolo in movimento, il fondale non esiste e le rocce galleggiano nel nulla. Quando presi in mano per la prima volta il joy-pad decisi di voler credere che quell’acqua mi bagnava e quel vento mi spettinava. Oggi mi è chiaro che ho vissuto per anni nell’irrealtà di scenari pensati reali.
Parallel II
Il secondo video della mostra è dedicato alla paranoia tipica di tutti noi gamers: il mondo accade intorno a me, le persone e gli oggetti esistono solo al mio passaggio e quando non ci sono loro ritornano nel nulla. Sono l’epicentro di quel mondo che una volta spento mi lascia al margine di quello reale.
https://www.youtube.com/watch?v=Z1TiUlBQVVM&feature=youtu.be
Paralel III
Con il terzo spazio Harun Farocki ci catapulta in una zona di guerra, dove intelligenze artificiali compiono sempre gli stessi meccanici gesti, condannati a un’eternità di violenza. Mi sento sollevato a pensare che con un semplice comando posso uscirne a piacimento.
https://www.youtube.com/watch?v=M75o0lVGGFI&feature=youtu.be
Parallel IV
Nel quarto episodio il protagonista soffre di solitudine, esattamente come succede a me davanti al computer. Il programmatore predispone un numero limitato di interazioni con gli altri personaggi non giocanti, i quali spesso ignorano l’eroe. Il protagonista cerca di uscire dalla solitudine, ma non tutto è permesso. Nel videogioco non si può avere tutto, così come nel mondo reale è limitata la libertà di azione.
https://www.youtube.com/watch?v=9p2mYZm7WEM
Esco dalla dimensione parallela creata da Harun Farocki con la consapevolezza di aver vissuto in un amaro isolamento volontario. Sento ora il bisogno compulsivo di tornare a casa e spingere play.