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“When we concentrate on the essential
elements in design, when we omit
all superflous elements, we find forms
become: quiet, comfortable, understandable
and, most importantly, long-lasting.”

Dieter Rams

 

Apartamento è un magazine bimestrale, nato nel 2008 dall’idea di quattro ragazzi: Omar Sosa, l’art director; Marco Velardi, l’ editor in chief; Nacho Alegre il direttore creativo e Albert Folch, fondatore della rivista che l’ ha poi abbandonata per dedicarsi interamente al suo Studio (lo studio Albert Folch per l’ appunto).

Basta sfogliarlo con un minimo di attenzione per capire immediatamente che ci si trova di fronte a uno dei magazine di design meno patinati in circolazione.

Apartamento infatti di patinato non ha proprio niente, se non la copertina. Non è lezioso, non è decorativo. La sua perfezione, in altre parole, è tutt’ altro che apparente. Articolo dopo articolo, è chiaro il messaggio che la rivista vuole far arrivare al lettore: design non è necessariamente oggetti costosi, non è per forza precisione, design non sono quelle case così perfette che diventano anonime, che sembra nessuno le abiti o che, al contrario, potrebbero essere abitate da chiunque.

Design è qualsiasi casa che esprima chi la abita, ed è per questo che le interviste non hanno mai per protagonisti personaggi troppo conosciuti, ma persone più comuni, con le quali spesso gli autori hanno autentici rapporti di conoscenza, che attraverso le loro abitazioni semplicemente si raccontano. Potremmo quasi dire, guardando le foto che si intrecciano con le interviste, che in realtà a parlare sono le case stesse.

I ragazzi non si sono chiusi nella loro creazione come sarebbe potuto succedere a dei giovani il cui lavoro diventa un successo, hanno tenuto la mente aperta, proseguendo negli anni la pubblicazione del magazine senza paraocchi. Parallelamente ad Apartamento infatti, ognuno di loro ha portato avanti una propria carriera, ha curato dei proprio clienti, sempre nell’ ambito del design. Questo contribuisce a dare al magazine uno dei suoi caratteri principali: la concretezza.

Quello che mi piace di Apartamento è che parla a persone comuni, senza alcun intento di vendita, né di oggetti né di idee. Sfogliandolo viene voglia di arredare la propria casa, ma non nel senso di riempirla di pezzi (spesso inutili) di questo o quel brand, nel senso di prendersene cura. Viene voglia di ripensare le stanze non secondo un’ idea presa da una rivista qualsiasi, dove ciò che viene mostrato è peraltro quasi sempre irriproducibile per via della post produzione del materiale fotografico, ma secondo la propria idea di ciò che quella stanza è.

Altro grande pregio di questo magazine piccolo (nelle dimensioni) ma grande (nei contenuti): la spontaneità. La sensazione che si ha leggendolo è di essere lì a fare quelle interviste, è di aver scattato le foto con il proprio telefonino, tanto i contenuti non sono costruiti. Il design celebrato è il più puro e semplice che ci sia, è quello che consiste nel  guardarsi dentro e riversare i propri contenuti nella propria casa, o nel proprio spazio di lavoro, o in qualsiasi luogo che vogliamo sia veramente nostro.

I numeri di Apartamento non sono scanditi da argomenti, ma dalle persone che ci sono dentro, elencate in ogni copertina, sotto al titolo. Nell’ultima uscita trovate: una musicista, uno stilista, uno scultore e tanti altri artisti; nella prossima: chissà. Quello che è certo è che ogni ospite sarà diverso dall’altro, così come le case che abitano.

Per sfogliare e acquistare di Apartamento: 

 

 

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