di Antonio Brizioli
Questa è la storia di Paolo e Vittoria, due fatti per stare insieme che insieme non stettero mai.
Capitano incastri perfetti: conoscenze che iniziano dagli sguardi, evolvono in contatti, deflagrano in sentimenti, si cristallizzano in storie da raccontare. Ma capita più spesso che l’incastro non si realizzi, che qualcosa di stupendo da pensare sia impossibile a farsi realtà. Perché non è destino, direbbero i fatalisti. Perché non ha voluto il caso, preferiscono i razionali.
Ed è così che lui la immaginava perfetta, prima che arrivasse. Perché a Paolo piace fantasticare. Perché Paolo ne ha bisogno, perché in fondo lui pensa che qualcuno un giorno verrà a salvarlo. E alla fine ritiene pure di meritarselo, perché sa che dentro il suo corpo duro c’è un cuore fragile da espugnare. E arriverà qualcuno con le chiavi, arriverà. E magari quel qualcuno sarà Vittoria, anzi sicuro. Perché si chiama col nome di un angelo ed è venuta per salvarlo.
Così la vede per la prima volta e l’abbraccia, sentendone la carne e tutto ciò che c’è sotto. Sentendo un cuore fragile come il suo. Lasciando riaffiorare il vago ricordo di sensazioni provate in passato. Credendoci davvero, senza chiedersi perché. Scorrono le prime parole, delicate come colpi di vento leggero. Che bello conoscersi… Che bello piacersi un po’…
Che aspetti a prendermi la mano? Parliamo di quello che vuoi. È la nostra serata, le case intorno sembrano incorniciarci e percorriamo le strade degli altri, ma con più gloria. Beviamo le cose degli altri, ma con più sete.
E proprio mentre il linguaggio si fa più intimo, lei le toglie l’orecchio. Proprio quando lui va ad abbracciarla, finisce per stringere se stesso. Trovando il vuoto al posto della sagoma di Vittoria che immaginava sì delicata. Ma meno di così.
Dove sei andata non voglio saperlo. Non mi interessa poi tanto. Mi basta sapere che sei sparita da me. Mentre preparavo il mio discorso migliore. Mentre finalmente allenavo le mie dita a toccarti. Era tutto solo nella mia testa, come tante altre volte nella mia vita. E come tante volte sarà capitato ad altri per colpa mia. Perché c’è tanto amore non dato, in giro.
E allora vorrei solo che tu lo immaginassi immaginarti, Paolo. Quando gli raccontavano di te, dicendo che eri perfetta per lui. E lui, che non crede a niente che non si ottenga lottando, si divertiva ugualmente a pensare che fosse vero. Così vagava sorridente, aspettando che un messaggero gli recapitasse il suo amore. Perché alla fine a volte può anche succedere, un colpo di fortuna.
Oggi Paolo è malinconico sul suo letto, intento a trasformare in parole dolci quello che la realtà gli ha dato di amaro. Perché alla fine capita che cercando di abbracciare qualcuno abbracci te stesso. Incapace di afferrarlo perché non è mai stato dove tu l’avevi immaginato.
Oggi non c’è spazio per gli amori perfetti. Oggi voglio scrivere un pensiero d’amore per chi non si è mai incontrato davvero.