Intorno al vino: diario di un degustatore sentimentale è un’opportunità per chiunque voglia comprendere chi sa leggere il vino e un conforto per chi già mastica queste abilità. La necessità di saper utilizzare la punteggiatura nelle emozioni quotidiane, è una delle qualità che viene messa in evidenza nelle attività del degustatore illuminato. L’identikit del professionista viene tratteggiato nelle prime pagine e poi perfettamente definito nella descrizione dell’empatia e dell’accettazione in quanto attitudini fondamentali per poter intraprendere questa esercizio.
Prima di iniziare, l’autore consente l’utilizzo di fisiologiche distrazioni.
E così ho fatto, lasciandomi trasportare dal ritmo del ricordo, dalla brillantezza di assaggi e dagli occhi scalpitanti dei produttori che ho ascoltato. C’è sempre un luogo, una persona, un sapore, o tutte e tre, che scandiscono nitidamente il momento in cui le cose sono iniziate o cambiate; e Falcone ci svela i suoi di attimi, quelli che poi sono nodi al pettine che non si sciolgono più.
L’autore si trasferisce a Londra nei primi anni novanta per avvicinarsi al mondo della ristorazione ed è lì che qualcosa inizia a succedere, tra lo spaesamento delle luci al neon e l’accoglienza delle persone giuste.
La seconda parte, dove si inizia a viaggiare, l’ho letta con la stessa curiosità di quando si sfogliavano i mazzi di figurine degli altri, trovando più esaltazione per quelle che mancano piuttosto che per quelle che già si hanno. Falcone ci racconta prima i suoi luoghi più significativi in Italia, poi, come se si trattasse di una nazione a parte, ci racconta la Romagna, terra fondamentale per il suo percorso. Si prosegue risalendo in Francia, dove si esplorano le zone più celebri, raccontate con chiare nozioni geografiche viticole intrecciate con impressioni personali. In questa narrazione si delinea concretamente la figura del vignaiolo e la necessaria trasversalità che deve possedere nel far nascere un luogo piuttosto che fabbricare un vino.
Nella sezione dedicata agli assaggi i vignaioli hanno un volto; per proseguire poi in una lista di produttori a lui cari, suddivisi per regione: “i vignaioli del mio cuore”.
Gli elenchi, che nella lettura possono essere poco attraenti, come lo era quel gesto macchinoso di sfogliare le figurine, saranno utili consigli se questo diario lo affianchiamo alla scelta di una bottiglia da condividere o alla programmazione di un viaggio futuro.
Sono preziose anche le ultime pagine in cui sono citati altri “libri del vino” d’ispirazione per proseguire in questo percorso.
Consiglio di vivere queste pagine come un invito all’ampiezza che la pazienza ci manifesta, circondata dal vetro di un calice. Quella calma che va investita dove c’è verità, sapere, storia e che è racchiusa in quell’autenticità lineare che non ha bisogno di schierarsi.
Un libro che può accompagnare per un viaggio di sola andata, se viene accolto apertamente da chi lo sfoglia.
Per sfogliare e acquistare Intorno al vino: