Dalla 73ª Mostra del Cinema di Venezia, Alice Kiddo e Michele Cesaretti
“Orecchie” è un lungometraggio in bianco nero di Alessandro Aronadio, proiettato ieri in anteprima mondiale durante la 73sima edizione della Mostra internazionale del Cinema di Venezia. “Orecchie” è un romanzo di formazione ai tempi del fertility day.
“Orecchie”, scritto e diretto dal siciliano Alessandro Aronadio, è ambientato in una Roma brillante nei suoi monumenti e chiassosa nella sua umanità.
Il protagonista sulla soglia italiana della età adulta – con i suoi 40 anni suonati – vive una giornata intensa che lo porterà alla maturità borghese. Si sveglia e subito viene travolto da un caleidoscopio di personaggi. In poche ore subisce una catena di episodi tragicomici, di avvenimenti in cui si trascina estraniato, così come avrebbe fatto un personaggio di Ciprì e Maresco. La sua avventura è accompagnata da un disturbo alle orecchie, un fischio che lo rende incapace di accettare gli altri per come sono: a partire dai medici fino alla madre, passando per un suo studente, un noto rapper che cerca la verità dentro “Lo straniero” di Camus, poi la direttrice di un’importante rivista e sul finale il prete.
Questo Bildungsroman è proiettato in diversi formati: inizialmente lo schermo è in 4:3 (ricordate che la TV aveva queste misure?) e alla fine si hanno gli attuali 16:9. Il percorso di maturazione si conclude al funerale di Luigi. Con Luigi il protagonista seppellisce anche una parte di sé. Inizia una nuova vita, stroncando l’egoismo dell’ipocondria auricolare. Se vi state chiedendo chi è Luigi, allora è il momento di vedere “Orecchie”.