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di Paolo Marchettoni

Il pozzo è un luogo affascinante e misterioso, non a caso, considerato sacro in molte tradizioni. Esso realizza una sintesi dei tre ordini cosmici e collega i tre piani del mondo: cielo, terra, inferi; ma è anche un’arteria vitale che mette in comunicazione tre elementi: acqua, terra e aria. E nel farlo svela all’uomo lo spessore della propria conoscenza, e al tempo stesso l’abisso della sua superficialità. Mentre la superficie rumorosa ci confonde col suo frastuono, in profondità è il silenzio, la calma.

Il IV-III secolo a.C. è stato un momento di svolta. Perugia etrusca diventa una città importante, monumentale. Così, come a Roma coi Tarquini, si edificano quartieri e case vere e proprie, ma soprattutto si costruiscono strade, mura, templi e pozzi; quelle che oggi definiremmo “grandi opere”.

Tito Livio ci racconta che a Roma Tarquinio Prisco era stato particolarmente abile ad assicurarsi l’appoggio della plebe. E non a caso la plebe si era manifestata per la prima volta nel momento in cui la Città, da piccolo centro abitato, era andata crescendo e con essa era cresciuto l’elemento etrusco al suo interno. Etruschi, infatti, erano i mercanti, ma anche gli artigiani che, con le prime botteghe, avevano richiamato in città la mano d’opera di molti contadini.

Plebe deriva da plenum: letteralmente il pieno, la moltitudine.

Dunque, se con Tarquinio Prisco Roma fece sicuramente un balzo avanti in fatto di monumenti e urbanistica, possiamo affermare che anche a Perugia “l’amministrazione etrusca” non fu da meno.

Ma facciamo un passo indietro. Gli Etruschi fondarono Perugia su una superficie geologica originatasi un milione di anni fa circa, nel pleistocene, lasciata in eredità dal grande Lago Tiberino e dai corsi d’acqua che lo alimentavano. Questa eredità consiste in uno strato sedimentario di origine fluviale, detto “tassello mandorlato”, composto da detriti che formano la collina perugina (conoide nel lessico tecnico)  estremamente compatta e di conseguenza difficile da perforare. Un’ottima base su cui erigere una città.

IL POZZO. Il Pozzo Etrusco, detto anche Pozzo Sorbello (dal nome della famiglia perugina proprietaria del palazzo all’interno del quale è situato il pozzo), è profondo 35 metri con un diametro che va dai 6 ai 3 metri. Dimensioni comuni per le cisterne di epoca etrusca (e poi romana), anomale per un pozzo.

Esso sorge al centro della città. La struttura a sé stante di enormi dimensioni e il suo posizionamento lo rendono a tutti gli effetti un pozzo cittadino. La vera visibile in piazza Piccinino è di origine cinquecentesca e fu inserita al posto dell’originale (conservata davanti al Tempietto di porta sant’Angelo) negli anni ’80, durante i lavori di valorizzazione dell’area.

Il pozzo è costituito da un corpo cono-cilindrico alla cui sommità si innesta una doppia capriata in blocchi di travertino che sostengono la struttura e a loro volta sono rivestiti con una copertura di lastroni (anch’essi di travertino). La presenza di questo materiale è un indizio fondamentale. Infatti, la somiglianza nel taglio e nella lavorazione dei blocchi, insieme alla provenienza e alla tecnica di costruzione simile a quella delle mura cittadine e della cisterna di via Caporali, hanno permesso di datare intorno alla seconda metà del III secolo a.C. la realizzazione del pozzo. I blocchi, divisi in due gruppi da cinque, sono disposti con lo stesso criterio: due obliqui inseriti a incastro nella parete, quello centrale portante, infine due orizzontali posti sopra i primi due. In uno di quelli obliqui, posizionato nella parte sinistra, si può notare un difetto nella lavorazione del blocco: si tratta di un’imprecisione ininfluente ai fini della stabilità, ma che sicuramente sarà costata una punizione al responsabile di tale disarmonia e dunque bruttura. Forse lo scalpellino distratto per il suo errore si sarà visto togliere lo stipendio o il posto di lavoro, o magari entrambi insieme alla vita. Affido il verdetto finale all’immaginazione del lettore, certo della sua clemenza.

Il pozzo riceve acqua da tre falde. Un afflusso notevole. Basti pensare che il livello di profondità delle acque viene mantenuto costante (nella parte inferiore della cavità, dove termina la parte cilindrica detta canna e comincia il restringimento a cono, ben al di sotto della pensilina) grazie al lavoro continuo di tre pompe, che nel 2012 si interruppe momentaneamente per un problema tecnico causando l’allagamento quasi fino in superficie. Le prime esplorazioni speleo-archeologiche, avvenute a partire dal 1965, furono condotte mantenendo l’acqua all’interno della cavità. Solo in seguito si rese necessario svuotarlo completamente per poter effettuare in modo più efficace i rilevamenti.

L’ARCHITETTURA DEL SOTTOSUOLO. La conformazione geologica della città le garantisce una considerevole presenza di acqua nel sottosuolo. Osservando il cunicolo di fronte all’accesso alla passerella, scavato in epoca posteriore rispetto al pozzo e che un tempo ospitava le cantine del palazzo Sorbello, si può scorgere l’architettura del sottosuolo di Perugia che qui si presenta nuda ai nostri occhi, in quanto priva di rivestimento. Ed ecco svelato il segreto di tanta abbondanza idrica: livelli composti da materiali permeabili e impermeabili che si alternano, il famoso “tassello mandorlato”. Infatti, il conglomerato di ciottoli misti a sabbia e argilla e le alternanze di questi interstrati trattengono o lasciano passare l’acqua a seconda della permeabilità del materiale che incontra nel suo cammino. Così l’acqua scorre orizzontalmente al di sotto della superficie, dando vita a una rete idrica interconnessa abbastanza vasta da permettere alla gran parte delle abitazioni della città di poter avere già in epoca etrusca, poi anche in età romana e medievale, il proprio pozzo.

In conclusione, Perugia si regge su un terreno che ricorda un enorme cioccolatone fatto di mandorle. Coincidenze?

Il Pozzo Etrusco, di proprietà della famiglia Sorbello, è gestito dal Comune di Perugia tramite la Società Cooperativa Sistema Museo. Sembra che da febbraio 2016 i proprietari avvieranno dei lavori di restauro e valorizzazione del pozzo che comprenderanno, tra l’altro, il rifacimento della passerella e dell’impianto elettrico.

 

 

Si ringrazia il Gruppo Speleologico CAI Perugia per averci guidato e istruito. Se vuoi saperne di più su Perugia sotterranea leggi anche Perugia UndergroundSale gotica e salara: un viaggio negli inferi del Tribunale di Perugia e Rifugi antiaerei: la tana dove si nasconde Perugia.

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